“IL GIARDINO E LA CENERE”, TESTAMENTO DI UN FUORICLASSE ❤

13.07.2025 07:59

Il mio pensierino del mattino è una breve recensione, che dedico a un amico e collega fuoriclasse che non c'è più e a tutti i miei grandi colleghi giornalisti che ogni giorno, sui vari fronti delle terribili guerre che insanguinano il mondo, rischiano e ormai spesso perdono la vita per fare bene il nostro mestiere.

Ho letto questo meraviglioso volume edito da Sellerio, "Il giardino e la cenere", non solo con l'estrema attenzione che merita e con la mia passione di divoratore di libri, ma anche con tanta emozione e commozione del ricordo dell'autore, il grande, carissimo e indimenticabile Alberto Stabile, che fu mio compagno di lavoro per qualche anno nella redazione del giornale L'Ora di Palermo prima di spiccare il volo per Repubblica, tristemente scomparso cinque giorni fa, l'8 luglio.

Acquistai il libro subito dopo la pubblicazione con grande curiosità l'anno scorso a Milano, nel mio lungo e doloroso tempo accanto a Daniela in ospedale, ma non ebbi mai il tempo di leggerlo con la dovuta calma e mi ripromisi di farlo appena possibile. L'ho fatto adesso, in questi ultimi cinque giorni. Ebbene, letto dopo la sua prematura morte, "Il giardino e la cenere", Israele e Palestina nel racconto di un albergo leggendario come ben spiega il sottotitolo, assume davvero il valore di uno straordinario testamento intellettuale e professionale di Alberto Stabile.

C'è tutta la sua grandezza: di formidabile cronista, lucidissimo, rigoroso, puntuale, super documentato nei suo racconti; di inviato di grande esperienza e dalle mille risorse, capace di districarsi in situazioni complesse e preoccupanti; di instancabile viaggiatore per il suo appassionante lavoro e ammaliante narratore di luoghi di immensa storia e di bellezza e fascino incomparabile; di profondo conoscitore e illuminante guida, come pochi, dei motivi alla base del tragico conflitto senza fine tra ebrei e arabi, "essenza non dichiarata di questo libro"; infine di un uomo che, in mezzo a questa drammatica bolgia di avvenimenti ed emozioni che hanno scandito la sua vita e la sua, nostra professione, è anche riuscito a coltivare sentimenti e ad aprirci la sua anima.

Libro memorabile, assolutamente. Che è soprattutto omaggio e perfetta rappresentazione del giornalismo più difficile e pericoloso, ma più tragicamente romantico e più importante per quello che è il motivo fondante per cui scegliamo questo mestiere, la sua essenza: raccontare tutto e dovunque, dando voce anche a chi non ne ha, la maggioranza della popolazione del Pianeta. "Non ho deciso di diventare una corrispondente di guerra - dice con esemplare chiarezza Marie Colvin, mitica e immensa giornalista americana, protagonista dell'ultimo, avvincente capitolo di questo libro -. Mi è sempre sembrato che ciò di cui scrivo sia quell'umanità in extremis, spinta fino all'insopportabile, e che sia importante raccontare alla gente ciò che accade realmente nelle guerre, siano esse dichiarate o non dichiarate".

È tutto questo "Il giardino e la cenere". Per tutto ciò, io credo, è un testamento speciale che ci lascia un giornalista fuoriclasse e un grande uomo. Per tutto ciò io ringrazio ancora, con commozione, affetto, stima profonda, Alberto Stabile, onorato di averlo conosciuto e di avere condiviso con lui un pezzetto meraviglioso di vita. Leggete questo libro, sarà bellissimo ed emozionante.

Gaetano Perricone