Addio a Nino Di Paola, tra gli ultimi decani di una generazione irripetibile di giornalisti etnei

08.08.2025 15:41

Ci ha lasciati mercoledì sera Nino Di Paola, aveva 95 anni. Era tra gli ultimi decani di una irripetibile generazione di giornalisti catanesi. Accanto a lui i familiari che lo hanno amorevolmente assistito, la moglie Angela, la figlia Annalisa (giornalista) ed il figlio Seba.

Ai familiari di Nino Di Paola le condoglianze di Assostampa e del Gruppo giornalisti pensionati di Sicilia.

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Il ricordo di Daniele Lo Porto (da Freepressonline.it)

Erano i miei primi mesi a Telecolor, poco meno di quaranta anni fa. Arrivai alla conferenza stampa a Palazzo Minoriti, quando ormai era tutto finito. Che fare? Chiesi del capo Ufficio stampa e l’uscere mi indicò una stanza. Bussai, entrai, mi presentai con un misto d’imbarazzo (anche se il ritardo non era causa mia) e delusione. Mi raccontò cosa s’era detto e, forse per mitigare il mio senso di colpa di rientrare in redazione senza immagini, mi regalò un bel volume di Turi Nicolosi: “Vecchie foto di Catania”, che conservo tutt’ora. Un bel gesto. Così si presentò Antonio “Nino” Di Paola. Negli anni successivi avevamo mantenuto sempre rapporti cordiali, affettuosi. Per uno strano scherzo del destino anche quando, nel 1996, mi ritrovai a occupare proprio il suo posto, dopo che lui era andato in pensione. Apparteneva a quella irripetibile generazione di giornalisti che avevano fatta grande Catania tra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi dei Sessanta. Vita un po’ bohémienne, da romantici scapestrati, tra infinite giornate dietro la macchina per scrivere e altrettanto lunghe notti in adorazione delle rumorose rotative, tra fiumi di piombo e rulli di carta e la frenesia di toccare le notizie fresche e puzzolenti di stampa. Poi, un po’ per tutti, il problema era mettere insieme il pranzo e la cena. Nino Di Paola, pur mantenendo sempre uno strettissimo rapporto di collaborazione con La Sicilia e saldi legami con le firme dell’epoca, si diede al giornalismo istituzionale, appunto alla Provincia regionale di Catania, con l’autorevolezza che richiedeva, firmando anche il periodico cartaceo dell’Ente. L’evoluzione tecnologica non lo aveva scoraggiato e fino a poco tempo fa i suoi articoli venivano pubblicati sul quotidiano locale.