GRAZIE PER QUANTO MI HAI LASCIATO DENTRO, GRANDE COMPAGNO ENRICO

11.11.2024 19:49

di Gaetano Perricone

E' stata anche la prima volta nella vita che sono stato al cinema da solo, nella deliziosa sala lecchese “Nuovo Aquilone Cinema&Teatro". Per un obiettivo decisamente importante, accattivante, irresistibile: vedere il film "Berlinguer. La grande ambizione".

Solo, in realtà, non ero: con me c'era Lui, il grande compagno Enrico, presenza gigantesca e ancora straordinariamente viva, a riempire lo schermo e le anime di noi spettatori. Che come me alla fine hanno applaudito il film e hanno lasciato la sala con lacrime molto poco celate.

Ho poco da aggiungere a quanto di bello è stato scritto e detto su questa splendida opera di Andrea Segre, insieme magnifico documentario e eccellente film sul pezzo fondamentale della storia politica e umana del segretario del PCI, dal 1973 al 1978: lo strappo da Mosca e dall'Unione Sovietica, con il fallito attentato a Sofia, capitale della Bulgaria, dove cercarono invano di uccidere Berlinguer, divenuto scomodo per i vertici del Cremlino con la sua visione Eurocomunista; l'ascesa irresistibile del PCI sotto la sua guida, con il trionfo elettorale del 1976 e il progetto del compromesso storico per il governo del Paese, la "grande ambizione" osteggiata da molte forze non oscure e naufragato con il sequestro e l'assassinio di Aldo Moro.

Per me è stato un ripasso di storia vissuta e un tuffo in un esaltante pezzo di vita. Fui appassionato testimone di quel tempo: giovane iscritto al PCI, ipnotizzato come tanti della mia generazione dal carisma e dalla statura morale dell'immenso Enrico Berlinguer, partecipai a Palermo con grande entusiasmo, per strada in mezzo alla gente, alla campagna elettorale del 1976. Le idee del grande segretario, il suo modo sobrio ma potente e affascinante di parlare al popolo, ai giovani, forgiarono la mia cultura politica, la mia coscienza, il mio modo di intendere la società e la vita e i rapporti umani.

Il film di Antonio Segre ci restituisce in pieno il meraviglioso leader politico, uomo speciale, dolcissimo marito e padre che fu Enrico Berlinguer, con tutta la sua formidabile forza interiore, la sua amabilità, le sue sofferenze. Lo fa grazie alla magistrale, memorabile interpretazione di Elio Germano, che ci fa sentire tutto il peso politico e umano del segretario del Partito Comunista.

Sono molto grato al regista per avermi regalato questo gioiello storico e culturale di altissimo cinema. Le immagini finali dell'oceanico funerale romano di Enrico Berlinguer non mi hanno soltanto commosso fino alle lacrime, ma mi hanno ancora una volta ricordato quanto io sia stato fortunato ad avere avuto quest'uomo grandissimo come faro che ha illuminato e guidato la mia crescita e maturazione. Lo dico e lo ripeto spesso: fui, sono, sarò sempre berlingueriano, anche senza di lui, ma con tutto quello che lui mi ha lasciato dentro.