Papa Francesco

21.04.2025 18:24

Voglio una Chiesa povera per i poveri. Ecco l'eredità di papa Francesco, l'uomo che ci ha sorriso, amato e guidato più di tutti negli ultimi 12 anni. La sua freschezza e il suo grido di battaglia contro ogni ingiustizia ci hanno sedotto con passione rara. Le sue parole, i suoi gesti. i suoi dolori, i suoi pensieri, gli umori sani e partecipi sono stati i nostri. Non ne ha sbagliata una. Ci ha amato e gliene saremo grati per sempre. Oltre ogni credo. (c.mir.)

NO. NO. NO. Lo amavo. Mi fidavo di lui. Era un baluardo della mia anima. In mezzo a potenti della Terra sempre più arroganti e lontani dall'umanità, ci ha ricordato che esistono i giusti. Senza di lui sarà un mondo ancora più brutto. È un dolore immenso per il mio cuore già a pezzi. Addio, Francesco, riposa in pace, grazie di tutto. (g.per.)

È morto sul campo. Ha fortemente voluto essere tra i suoi fedeli fino all'ultimo, con la forza, il temperamento e la generosità che hanno sempre contraddistinto il suo pontificato. Il mondo perde un baluardo a difesa della pace, noi giornalisti perdiamo un costante punto di riferimento ed un fortissimo stimolo per continuare a lavorare al servizio del bene comune. (p.cas.)

Forse a voler riassumere in un verbo, in una parola, soltanto quel che voleva e perseguiva diciamo "riconciliare, riconciliarsi", Ma non senza battersi, senza rischiare, affrontando compromessi, convinto come fu e mostrò di essere persona come ognuno di noi, credenti e non credenti. È stato probabilmente un argine per i pericoli che viviamo, per ogni politica che, rivestendosi di sapute retoriche ed ipocrisie, oggi avverte sciocco sollievo. A questo Uomo-Papa che se ne va, che ha sofferto sacrifici, fatiche e malattie e che da sempre ci ha chiesto di pregare per lui, offriamo, chi vuole una prece, ma tutti la laica speranza che non si disperda ciò che lui riteneva potesse essere il grande apporto di una Chiesa nuova, la Chiesa di oggi. Tante parole rimbomberanno per giorni, esequie e conclave ci attendono, qualche recente film ci torna in mente. Qualcuno di noi si sente solo e in pericolo. Quale pagina si accinge a scrivere il nostro tempo? (e.pal.)

Ciao Francesco, uomo del popolo. Fai buon viaggio e da lassù aiuta coloro che in questo periodo storico non hanno più speranze. (l.mau.)

BERGOGLIO ha riportato la Chiesa alle sue origini, al suo autentico spirito evangelico. Ha aperto un dialogo con tutti, con chi avesse un minimo di buonafede. Ha portato in alto gli umili e i poveri. Non sarà facile la sua eredità ma lui certo farà luce. È stato il più grande diplomatico del mondo. (m.lom.)

Il Papa che ci ha insegnato pure come si muore

Un Papa sorprendente e necessario. Se n’è andato dopo averci quasi rassicurato, come a dire: ancora non è ora e, prima di andare dove quelli come lui credono di potere finire, ha benedetto tutti, ha maledetto le guerre, ha sperato nella fine delle disuguaglianze. In qualche modo ci ha insegnato non solo come si vive ma pure come si muore. Francesco e il suo sorriso dolce ma perfino un po’ furbetto. L’ho amato subito quando appena eletto si è affacciato e ha detto: “Buonasera!”. Uno di noi. Signore, se ci sei mandacene un altro che ci serve. Il mondo perde i suoi pezzi migliori e vorrei riempire il mio tempo di parole d’affetto, di stima e di riconoscenza per quest’uomo che non ha avuto bisogno di santità per fare miracoli: amare le sue pecore, aggiustare i pascoli, parlare ai lupi, scovare i maligni travestiti, spiegare al diavolo perché, alla lunga, è un perdente. Aveva il sorriso della luce negli occhi sudamericani e il suo spagnolo latino era anche una canzone. Viveva in una specie di RSA, andava in 500 seduto davanti e scherzava coi bambini come fanno i nonni. Se n’è andato nel momento più difficile e gli rimprovero di averci lasciati nei guai in mano al vitello d’oro di Washington e alla pedofilia morale di chi sbeffeggia l’innocenza dei popoli cresciuti nell’ingiustizia e nell’ignoranza. Nemmeno Musk coi suoi satelliti e i suoi missili potrà arrivare più in alto di quel “Buonasera!” che ho ancora nelle orecchie. Ora tocca ai Cardinali. Non sono tranquillo. Proprio no. (d.bil.)