Seminario a Siracusa: “Se l’informazione è un’arma usiamola per difendere le donne"

11.03.2024 19:04

di Carmen Orvieto – La Sicilia

“Se l’informazione è un’arma usiamola per difendere le donne". È lo slogan coniato dai giornalisti siracusani in una lunga serie d’iniziative concluse con un seminario organizzato dall’Associazione Giornalisti Radiotelevisivi e Telematici (Agirt), insieme alla Commissione Pari Opportunità e al Gruppo Giornalisti Pensionati di Assostampa Sicilia. Operatori dell’informazione, docenti universitari, insegnanti e psicologi si sono confrontati sui crimini d’odio sul web. A coordinare i lavori la giornalista Alessandra Brafa. Dopo i saluti dell’assessore Giancarlo Pagano, della presidente del Gruppo Giornalisti Pensionati, Claudia Mirto, e del Componente della Commissione Pari Opportunità, Leandro Papa, ha relazionato il giornalista Giuseppe Cascio, presidente dell’Agirt e componente della Commissione Pari Opportunità, seguito dal giornalista Salvatore Di Salvo, Segretario nazionale UCSI e Tesoriere del Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti e della giornalista Mascia Quadarella. I relatori scientifici sono stati: Francesco Pira, sociologo e docente all’Università di Messina; Iva Marino, psicologo clinico e forense e Giuseppe Lissandrello, psicologo e psicoterapeuta.

“Il seminario nasce dal percorso che l’Agirt, nell’ultimo anno ha tracciato per codificare quali sono i rapporti dei giornalisti con il web: ricordiamo i 5 appuntamenti svolti negli ultimi 12 mesi, tra Noto, Siracusa e Modica - ha detto il presidente di Agirt, Giuseppe Cascio -. Il tema oggetto del seminario impone di comprendere bene quale sia il rapporto tra deontologia professionale e narrazione della violenza di genere. I crimini d’odio sul web, con un focus specifico sulla violenza di genere, esigono azione concrete e tempestive”.  

“Siamo di fronte a una sfida di rilevanza globale che può essere realizzata solo se si dà vita a una nuova costruzione autonoma di significato - ha spiegato il prof. Pira -, bisogna innescare un nuovo processo culturale che deve investire la politica, il mondo dell’informazione, il sistema dell’istruzione; se ciascuno riesce a recuperare il proprio ruolo e torna a guidare il processo, non semplicemente adottando strumenti che l’industria del web realizza per alimentare il proprio business, allora sarà possibile invertire l’attuale tendenza”.