ARRIVO' LA CARDINALE ...

24.09.2025 17:23

di CLAUDIA MIRTO

In quella stanza carica di fumo, senza fiori né tappeti rossi, lo star system del cinema, della musica, dell’arte incontrava Vittorio Nisticò. Un caffè, un whisky, un complimento e il segretario-faccendiere di redazione Saro Mineo che li aveva accolti con inchini ci teneva a fare due cose, lasciare la porta socchiusa per sbirciare e chiedere alla redazione contegno e silenzio. “... arrivò la Cardinale”.

In un attimo tutti dietro la porta del direttore con orecchie tese a carpire parole e mito. Insieme ai due vice, Costa e Farinella, venivano convocati fotografi e quelli degli spettacoli per le interviste. Nisticò, sedotto, si faceva buono e dirigeva con discrezione l’orchestra. Ma in tipografia, per qualche giusto timore, non ce la portò come le altre. Lei, con un agile vestito estivo, le gambe accavallate, il giro vita dolorante per i busti tremendi che le imponeva Visconti per la sua Angelica perfetta ed adorata, sorrideva molto, catturava ogni sguardo e rispondeva con quella voce roca ed indimenticabile. Con quel suo accento franco italiano, esitante ed autentica.

Madre trapanese, padre siciliano, nonni di Palermo, l’adolescenza in Tunisia, lo stupro giovanissima, il bimbo tenuto segreto e poi spacciato per fratello, Claudia conosceva l’indole sicula e ancor meglio quella mediterranea. Sapeva con chi e come fidarsi, conosceva la protezione e gestiva la ribellione, amava la cinepresa e ci donava tutta la sua anima complessa, seduttiva, selvaggia come amano raccontare tutti i suoi registi, i più grandi della storia del cinema italiano. “Non sono stata, né mai sarò una diva”. E infatti il Centro sperimentale di Cinema la buttò fuori per la sua intemperanza. David Niven disse di lei “la più bella invenzione italiana dopo gli spaghetti”.

Coraggiosa, in amore e nella professione, si buttò in Amazzonia per un Fitzcarraldo di Herzog molto impegnativo, in quel film - raccontava - ogni giorno si poteva sfidare la morte. Una donna dalle cento vite, da 150 film, tentatrice geniale e tentata (ma a Mastroianni e Marlon Brando disse no) ha fatto anche teatro, canzoni, spettacoli. Fino a ritirarsi con la figlia Claudia Squitieri nei boschi di Nemours in Francia dove conduceva la sua Fondazione dedicata ad una casa di incontri e produzione per attori e artisti giovani.

Felice io? Una sola volta, per amore. Ha dichiarato negli ultimi anni. Felici noi? Anche noi per amore, per averla amata e goduta per tutti questi decenni. Grazie Claudia.

Nelle due foto: momenti della visita a L'Ora di Claudia Cardinale. La prima tratta dal libro "Palermo Petix", la seconda da “L’Ora edizione straordinaria. Il romanzo di un giornale raccontato dai suoi cronisti".